Il momento era grave(così dicevano)eviterò commenti e considerazioni dando spazio solo a qualche articolo dell'epoca.
ACCADDE IN QUESTA SETTIMANA(QUINDICI ANNI FA)
GENNAIO 1994
La lunga e drammatica vertenza Fiat Iveco di Flumeri è giunta al capolinea nella maniera in cui speravano i sindacalisti e non certo nella direzione auspicata dai lavoratori. Settecentodue addetti comunque restano nel limbo e la rabbia dei cassa integrati non è sbollila
L'accordo è stato raggiunto a Roma fra le parti e in buona sostanza lo possiamo riassumere così: l'azienda in alternativa alle procedure di mobilità inoltra la domanda di proroga della cassa integrazione straordinaria per dodici mesi per 702 lavoratori; l'Iveco riassorbirà progressivamente i cassintegrati cosidetti storici compatibilmente con le esigenze tecnico-operative; si farà ricorso alle uscite incentivate; le procedure per mobilità per quaran-tacinque addetti che abbiano maturato gli anni per la collocazione in pensione; inoltre il ministero ritenendo il piano approntato idoneo a fronteggiare le eccedente riconosce la sussistenza delle condizioni del-l'ex articolo 14 (in pratica il cosidetto decreto Giugni tanto osteggiato da lavoratori e sindacati); infine le parti valute-ranno la possibilità di aggiornamento professionale per i lavoratori sospesi e si rincontreranno entro settembre di quest'anno per una verifica dell'accordo.
Sin qui i punti essenziali del concordato al quale si è giunti dopo mesi di trattative e iniziative di lotta indette da operai, organizzazioni sindacali e istituzioni irpine. In concreto non si discosta dimolto dal piano approntato dal ministro Giugni e che già era stato bocciato in dicembre.
Sin qui i punti essenziali del concordato al quale si è giunti dopo mesi di trattative e iniziative di lotta indette da operai, organizzazioni sindacali e istituzioni irpine. In concreto non si discosta dimolto dal piano approntato dal ministro Giugni e che già era stato bocciato in dicembre.
Impowisamente è diventato il migliore accordo possibile perché avrebbe evitato il licenziamento in massa.
Per il sindacato è una vittoria, per i cassintegrati che fanno capo alla tenda della solidarietà è invece una sconfitta e si appellano alla magistratura Vogliono capire come è stata condotta la vertenza dai rappresentanti sindacali territoriali e perché all'interno della trattativa Iveco si sono usate due diverse valutazoni e quindi si è giunti a diverse soluzioni.
Per il sindacato è una vittoria, per i cassintegrati che fanno capo alla tenda della solidarietà è invece una sconfitta e si appellano alla magistratura Vogliono capire come è stata condotta la vertenza dai rappresentanti sindacali territoriali e perché all'interno della trattativa Iveco si sono usate due diverse valutazoni e quindi si è giunti a diverse soluzioni.
Per il settore camion infatti sono stati applicati i contratti di solidarietà; per il settore autobus invece no.
Eppure i cassaintegrati avevano chiesto con forza ai loro rappresentanti, che a dire il vero pare non siano più considerati tali, di non firmare accordi in cui non si parlava di contratti di solidarietà e cassa integrazione a rotazione. Richiesta giusta perché non pare ortodosso che gli amici del padrone lavorino sempre e i « nemici » continuino a vìvere con un milione al mese. Una cifra che non consente di vivere dignitosamente; soprattutto a distanza di tre anni dì cassa integrazione che ha tolto loro qualcosa come trenta milioni. E' stato un accordo capestro e lo diciamo senza tema di smentita.
Ai sindacalisti irpini probabilmente interessava più difendere il posto di lavoro di propri tesserati che il lavoro inteso in senso lato. Ma questa è stata'una scelta operata già nel lontano 1978 quando si volle insediare la Fiat in una zona prevalentemente agricola e che avrebbe dato maggiori frutti se aiutata in tal senso. Ed ora non resta che un miracolo.
Rodolfo PicarielloEppure i cassaintegrati avevano chiesto con forza ai loro rappresentanti, che a dire il vero pare non siano più considerati tali, di non firmare accordi in cui non si parlava di contratti di solidarietà e cassa integrazione a rotazione. Richiesta giusta perché non pare ortodosso che gli amici del padrone lavorino sempre e i « nemici » continuino a vìvere con un milione al mese. Una cifra che non consente di vivere dignitosamente; soprattutto a distanza di tre anni dì cassa integrazione che ha tolto loro qualcosa come trenta milioni. E' stato un accordo capestro e lo diciamo senza tema di smentita.
Ai sindacalisti irpini probabilmente interessava più difendere il posto di lavoro di propri tesserati che il lavoro inteso in senso lato. Ma questa è stata'una scelta operata già nel lontano 1978 quando si volle insediare la Fiat in una zona prevalentemente agricola e che avrebbe dato maggiori frutti se aiutata in tal senso. Ed ora non resta che un miracolo.
era il periodo che Valle Ufita faceva notizia:era la fabbrica più grande della Provincia di Avellino
Lotta senza esclusione di colpi..........
Tutti buoni tutti santi.......
Signore è stata una svista,abbi un occhio di riguardo per il tuo chitarrista(IVAN GRAZIANI)
Pace fatta ma......i cattivi??
Dimmi dimmi mio Signore dimmi che tornerà......(PIERANGELO BERTOLI)
Per la serie Le Pasquinate......
questa dura più puntate
Roma, accordo capestro Fiat-Valle Ufita
Sindacati esultano
Coordinamento"Tenda"scalpita
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